Sono una maratoneta, e lo sono dal 28 novembre 2021. Ci avevo provato nel 2017 iscrivendomi al programma My Marathon di Julia Jones, poi ho scoperto di essere incinta. E a seguire l’annuncio di essere nel 2018 membro di ASICS FrontRunner, potevo quindi mai rinunciare?

La felicità è avere un filo a cui appendere le cose… Filo che, immerso nel tesoro di un’onda, tornerebbe alla superficie ricoperto di perle.

Virginia Woolf

La mia prima (vera) Maratona è stata a Firenze, città con la quale ho un rapporto particolare, che segna il periodo post universitario, fatto di amicizie, sentimenti, e tanti ricordi, perle, appese ad un filo. Hai mai pensato di raccogliere quello che hai vissuto su di un filo?

Io ho appeso i km della mia Firenze Marathon, 42 perle su di un filo e sono qui a raccontartele. Sono 42 motivi che forse condividerai, o ti motiveranno al solo pensare di correrla.

Km 1 l’emozione della partenza. Avevo un pettorale legato in vita, al mio fianco Virginia, non Woolf, suo marito Fabio, Jasmin, Rosanna e Cosimo. Avevo un obiettivo (tangibile): la Nanni doveva portarmi al traguardo.

Km 2 la velocità di crociera controllata. Avere delle persone al proprio fianco già esperte di maratona, ma soprattutto con gare ultra mi ha permesso sin dall’inizio di mantenere la “velocità” che mi aveva consigliato Julia Jones. Andare a 6.20 (ndr 6.20 min/km)

Km 3 L’incrocio con Niccolò. Noi ad urlare, lui sguardo fisso, passo svelto, musica evidentemente a palla. Non mi basterebbero alcune righe a raccontare, guardate qui NICCO

Km 4 la pipì. Ebbene si, parliamone. Prima e durante la maratona ci si deve idratare. Il viaggio in treno di sabato è stato una specie di rifornimento da cammello. La mattina pre gara anche, vuoi mica arrivare in griglia senza pensieri? Con l’idea del non faccio ora la fila, ma aspetto il primo ristoro, sono arrivata al Km 4, ed il mio pensiero fisso era la pipì.

Km 5 il bagno chimico. Nelle gare ci sono i bagni chimici. I bagni chimici nelle gare sono sempre occupati. Andremo al prossimo. Ti risparmio i successivi km, abbiamo utilizzato metodo tra le auto, facendoci scudo a vicenda. Siamo una squadra no?

Km 6 L’acqua. L’acqua al ristoro va bevuta, sempre. Sto parlando del runner amatore, che al ristoro ha il volontario che prepara i bicchierini d’acqua. Il top runnner ha il suo rifornimento organizzato. Come si beve l’acqua? Si sorgeggia, se fredda, magari tienila un po’ in bocca prima di buttarla giù. In Maratona ad ogni ristoro, ogni 5km, trovi acqua e Sali. Nei ristori da un certo km in su trovi anche il solido. Nel regolamento della gara vengono scritti tutti i ristori e cosa contengono.

Km 7 il controllo. 6.20 per me che mi ero abituata ad allenarmi a 5.20 e 5.30 è un passo che va controllato. Avete mai chiesto ad un runner veloce di fare un corsa lenta con voi? Mica facile. Il passo va riadattato per non avere fastidi. Bada bene non che da 5.30 a 6.20, mi vien da ridere, ci sia questa differenzona, ma io sono una runner, in quanto tale, a me fa la differenza.

Km 8 non ho ancora fame. Il confronto con chi ne sa è sempre importante, così scambiando due chiacchiere con la Dottoressa Elena Araldi è uscito lo shape di proteine del mattino. Pensandoci nei 21Km di Verona nel 2020 in treno andando alla gara avevo mangiato bresaola, e in gara non avevo avuto fame. A Garda no, e in gara avevo fame. Così a Firenze mi sono portata via in uno shake vuoto un misurino di proteine veg da prendere al mattino. Vuoi non dare la botta di vita, in Toscana, con la bresaola di Chianina? Non ho avuto fame, mai.

Km 9 La leggerezza. Di aver fatto pipì. Potevo ricominciare a chiacchierare.

Km 10 La carica. Aleeeeeeeee Aleeeeeeeee era la bomba di energia Valeria Greco, conosciuta su instagram ad incitarmi meglio di qualsiasi tifoso in curva. Che mito Valeria.

Km 11 L’integrazione. Al ristoro ti ricordi trovi l’acqua, ecco l’acqua ti serve per bere il gel. Sconsiglio soprattutto se testato poco di prendere il gel senza diluirlo con l’acqua. E provatelo prima, avete mesi di allenamento per testarli.

Km 12 Lo zainetto. Virginia aveva organizzato (per lei e suo marito pure) un contenuto che Mary Poppins appare una scolaretta. Serve? Si, ne sono convintissima, soprattutto nelle condizioni di Firenze. Siamo partiti con il sole e fresco, ma era prevista pioggia e ancora più freddo. Lo zaino ci è servito per toglierci lo strato di abbigliamento quando faceva caldo, rimettercelo con il freddo, e coprirci bene con la pioggia. Io non ho mai avuto freddo. Grazie allo zainetto che portava Virginia. All’interno c’erano anche i miei 3 gel, acqua, fazzolettini, ed un contenuto misterioso che scopriremo in un blog.

Km 13 Il gruppo. Eravamo ancora tutti insieme, compatti, stesso passo. E quante chiacchiere.

E’ bellissimo condividere la propria passione con gli amici… e sempre con il sorriso. (Risposta alla domanda sul mio Instagram)

Km 14. Caldo. Cosa succede se hai caldo? Se puoi ti devi spogliare per evitare di rimanere sudato. Io sono partita così, visto il meteo e la temperatura: maglietta leggera manica lunga, T-shirt sopra, giacchetto leggero antipioggia. Arrivati a questo punto con questa “velocità” il sole iniziava a scaldare. Così, la giacchetta l’avevo già tolta, ho semplicemente tolto lo maglietta manica lunga e rimesso quella manica corta. Facile, con lo zaino della Nanni. Se non avessi avuto lo zaino, un marsupio elastico vi permette di inserirla dentro.

Km 15 La competizione. E’ il km nelle mezza in cui inizio a percepire un po’ di fiacchetta. In maratona niente. Stavamo continuando alla velocità definita, chiacchierando.

Penso che il gruppo da tanto se non c’è competizione mi hanno scritto su instagram. Gareggiare è sempre competizione, non lo è stato magari durante la maratona, correrla con gli amici è stato, senza dubbio, più bello che farla da sola. La vera competizione è stata nei mesi precedenti, fatti di allenamenti e incastri. Chi vive di sport è competitivo sempre. E ringrazio di esserlo, non sarei dove sono, con le persone che ho al mio fianco, se non lo fossi.

Km 16. I fotografi. Durante le gare ci sono i fotografi, solitamente si vedono, perchè hanno le pettorine, grandi obiettivi, si mettono ai bordi e sono pronti, loro. Tu, lo devi anche esserlo, perché se in quel momento non ci pensi alla foto, poi credimi a casa, ci pensi, è come se ci pensi. Quindi il consiglio che ti do è sempre allerta. Le foto hanno un costo, eh certo, mica stanno li delle ore (e anche al freddo) for free. Il lavoro va riconosciuto. Io le ho sempre comprate. Questa maratona sapevo di averne tante, non immaginavo così belle. Ad un certo punto in gara Virginia ha detto “neanche al matrimonio” e li ho pensato che le avrei fatto un bellissimo foto libro con le nostre foto. Il commento al foto libro della Nanni è pieno di vita: “Pensa quando saremo vecchie e lo riguarderemo insieme, che emozioni” ricordati bene questa frase di Virginia e poi pensaci, anzi non pensarci proprio, quando vedi le foto di gara, comprale e stampale.

Km 17 La scarpa giusta. Non si scherza su questo argomento. La scarpa non è bella, o “quella che han tutti”, la scarpa dev’essere come quella di Cenerentola. Dev’essere la tua scarpa perfetta. In maratona non puoi avere scarpe che non sai come ti porteranno alla fine. In allenamento devi averle testate, e pure variate. Gli allenamenti lunghi hanno una scarpa, quelli con variazioni, e veloci un’altra. Tu devi sapere di che sostegno hai bisogno e da che chilometraggio cambia. Ho corso con ASICS Gel Kayano 28, il top di gamma in sostegno, anti pronazione e questa edizione oltre una tomaia molto fasciante ed elastica ha anche il BLAST. Quindi massimo confort. Ho avuto fastidi? No. Ho avuto male ai piedi? No. Ho un unghia nera si, ma perché ho sbagliato calze.

Km 18 Lo struscio. Se si parla di scarpa si deve parlare anche di pantaloncino, hai sempre corso con lo svolazzino, ma non hai mai corso più di 10 km? Ecco a parte che non dovresti fare la maratona, ma soprattutto non puoi pensare (come per la scarpa e i gel) di utilizzare lo svolazzino se prima non ci hai corso tutti i km. I miei, tanti, chili dopo la gravidanza mi hanno fatto provare l’ebrezza dell’irritazione da pantaloncino dopo la gara di Vienna nel 2019. Ho ancora i brividi se ci penso. A Firenze ho scelto lo sprinter Kasane. Tiene tutto quello che deve tenere, nel senso che non solo ti avvolgere, ma tiene. Ha la vita alta, la pancia quindi sta sempre al calduccio. Una comodissima tasca dietro. Io avevo la Nanni, ma nel taschino ci sta benissimo cellulare e chiavi ad esempio (ho un Iphone 12 mini) e ci sarebbero stati benissimo i gel. Me lo conferma anche Giulia Sommi che li ha usati nella maratona di Valencia. (2:35:00 per lei si, rileggi bene) e nel taschino aveva i gel.

Km 19 Julia Jones. Che avevo già visto in precedenza, abbracciata al volo, la rivedo per la seconda volta, sempre sorridente e pronta ad incitarmi. Ahhh cara la mia Julia. Una forza incredibile, una vita di corsa, in Italia, in America e in tante parti del mondo dove è conosciuta. Lei che fiscalissima, precisa, si è fatta travolgere dalla mia convinzione di farcela, senza fare allenamenti troppo lunghi. Non potevo permettermelo. Il mio schedule quotidiano è un perfetto incastro di cose, come per tantissime donne che sono mamme, che lavorano, che hanno i compagni via durante la settimana, ma io ho i nonni vicino. Quindi siamo scese ad un compromesso, gagliardo, perché ho fatto km si, ma con allenamenti che riuscivo a gestire.

Km 20 Le sentenze della Nanni. Dai che quando arriviamo al 25 ormai sarà un gioco da ragazzi. Al 25 mi domandavo io… come mai?

Km 21 la Mezza Maratona. A quel punto la testa mi avrebbe dovuto far dire, siamo a metà. Io che fino ad allora avevo fatto Mezze Maratone e un 27Km a Sorrento nel 2017 ho detto: di già? Proprio così, avevo fatto una lenta mezza maratona e non ero minimamente stanca, o annoiata. Anzi mi stavo divertendo tantissimo.

Km 22 Alessia Baldini. Alessia rappresenta l’esempio da dare a tutti i giovani (giovani vuol dire 20enni, ma anche meno e anche più) che abbiate a mente. Atleta di pista, studentessa, sorella maggiore e figlia di due campioni e tutto? No, manca compagna di squadra. Lo ripeto compagna di squadra. Per ben due gare, prima la Mezza di Riva del Garda e poi Firenze, lei era presente, non correva, ma non ci ha mollato un attimo. Ha studiato il percorso, i nostri tempi, ed i punti strategici per riuscire a catturare video della nostra gara. Si è mossa al freddo, sotto l’acqua, sempre con quel suo sorriso grande, pieno di vita. E fino all’ultima, io, non si è mossa dal traguardo. Cose da fare quindi: collegarsi ad Alessia e prendere esempio da lei.

Km 23 il punto di partenza. Avevamo da poco passato l’Hotel, cosa ho pensato? Guardiamo bene che magari c’è Mimmo che ci saluta dalla finestra. Perchè Mimmo Ricatti la sua maratona l’ha conclusa in 2h23:33 partito in prima linea da top runner, ma anche lui sempre con noi, il giorno prima, a colazione e… a fine gara. Mica è andato a farsi la doccia, ha atteso i nostri compagni di squadra. Segnare anche qui: collegarsi a Mimmo.

Km 24 Guardarsi attorno. Quando scegli una gara da fare sai che ci sarà anche un percorso da guardare, avevamo da poco lasciato il cuore di Firenze, iniziava la parte “noiosetta” perchè non corri tra le bellezze della città. Nel nostro caso le chiacchiere sono state fondamentali in questi punti “morti”. Consiglio che ti do, studia prima il percorso di una gara che vuoi fare, se non hai un gruppo di amici che corrono con te, ci sono i Pacer, che ti danno il passo e sono sempre coinvolgenti nel portarti a terminare la gara. Nei punti noiosi, per molte persone sono fondamentali. Se vuoi approfondire sui pacer leggi qui https://storiecorrenti.com/julia-jones-e-la-storia-dei-palloncini-in-maratona/

Km 25 Ok Nanni, siamo al venticinque, icchè succede ora?

Km 26 La condivisione a casa. Ebbene si abbiamo fatto pure questo, la telefonata a casa dove c’era la mia famiglia pronta a riceverla. In questo caso Nanni ha fatto un po’ come la nostra cara amata Raffaella Carrà, perchè oltre che a casa mi ha chiamato a sorpresa la Giovanna (più avanti lo leggerai) che si aspettava una Sergon distrutta invece mi ha trovato fresca come una rosellina.

Km 27 Gli imbucati. Con il meteo così variabile l’abbigliamento può facilitare gli imbucati. La giacca copre il pettorale, la giacca copre chi non ha il pettorale. Ahime, sembra una cosa irreale, ma succede davvero. Persone che non pagano l’iscrizione alla maratona, che si infilano ad un certo punto del percorso, omaggiano dei ristori e poi prima dell’arrivo escono dal percorso di gara. L’ AntiSport. Per me. E non solo per me. Non c’è rispetto per le persone che da mesi lavorano all’evento. Per i volontari che sono al ristoro, da ore, fermi, al freddo, quelli che da soli con una bandierina bloccano i passaggi, o ti avvertono dei marciapiedi. Dico, perchè prima o poi uno lo fermo, ma perchè? Cosa vi scatta nella mente a poter fare una cosa del genere.

Km 28 I volontari. Quanto scritto sopra è poco per poter ringraziare queste persone, così forti, sorridenti, perchè a noi han sempre sorriso, salutato ed incitato. L’organizzazione di Firenze Marathon ha un gruppo volontari invidiabile. Tanti, collocati a tappeto sul percorso, sui punti ristoro. Quando gareggi un ciao, un grazie, … a loro ricordatelo. Piccoli gesti, che scaldano il cuore.

Km 29 Quando inizia a parlare di cibo, sei al punto di non ritorno. Aveva ragione la Nanni, superato il 25 è fatto. Ci stavamo già organizzando per il pranzo, con Cosimo che aveva stilato la sua lista personale in perfetto Cosimo-advisor sui ristoranti di Firenze. Più che un gruppo di amici che stavano correndo la maratona sembravamo un ritrovo di anzianotti sulla panchina del centro. Hai presente vero? Quelli che stanno li ore a chiacchierare. Noi.

Km 30 quello del muro? Ma il muro dov è? Allora io dico questo, è vero che inizi a vedere chi zompetta per fastidi muscolari, crampi, ecc. ma è anche vero che se parti con l’ansia del muro o ad un ritmo diverso da quello in cui dovresti correre, il muro prima o poi arriva (forse). Io sono partita ballando, in griglia. Ero felice. Per 4ore e mezza sapevo che avrei fatto un’unica cosa, correre (a differenza della quotidianità dove in 4ore e mezza è meglio che non dico cosa faccio). E per di più correre con i miei amici, come sarei mai potuta partire in stato di ansia.

Km 31 Non voglio più fare una gara guardando il tempo, ma voglio correrle così, felice, chiacchierando e divertendomi. Lo ha detto Rosanna a quel punto della gara ed è una delle cose più belle che io abbia sentito mentre correvo. La certezza che quello che stavamo facendo ci rendeva felici era una spinta incredibile.

Km 32 L’organizzazione degli ultimi 10Km. Arrivati a quel punto mi sono detta che al ristoro dovevo per forza fermarmi quello dei 35, che poteva, salvo imprevisti, essere l’ultimo. Se mi fermavo troppo magari mi si sarebbero gonfiati i piedi? O mi sarei raffreddata? Insomma stavo facendo strategia. Ero (ancora) talmente lucida che mi divertivo pure a ipotizzare la velocità pre e post ristoro.

Km 33 La Giovanna. Come scritto sopra la telefonata alla Giò è state esilarante. Intanto Virginia doveva trovare il cellulare nello zaino Poppins, che bada, non è quello organizzato al dettaglio di suo marito Fabio. Fa partire la chiamata sorpresa, con il video off. Io dovevo: correre, capire con chi stavo parlando, e parlare pure. Km 33… era la Giovanna, che mi vedeva (poi io ho visto lei) ed esclamava se va beh ma sei più rilassata di me, ma state facendo la maratona?

Km 34 Il cielo diceva che. Guardando il cielo capivi che sarebbe arrivata pioggia, l’aria era diversa. Op op Nanni, tiriamo fuori le giacchette. Senza metterci d’accordo eravamo vestite uguali.

Km 35 ultimo ristoro. In quello precedente Cosimo mi aveva detto di non mangiare tutta la barretta che davano, era troppo dura, e l’avvertimento di Cosimo mi ha bloccata, ascoltiamolo. L’ho masticata quasi fino al ristoro successivo, appunto i 35, quel unico morso dato. Quando corri con qualcuno che ha già corso gare lunghe prima di te, ascoltalo.

Ehi stavo affrontando l’ultimo ristoro, Gel lo avevo usato al Km 30, ne mancavano pochi, via di acqua e Sali per ritornare a correre con vento e pioggia.

Km 36 Jasmin è ancora con noi e spunta il suo Federico. Jasmin per problemi fisici non sapeva se l’avrebbe potuta correre tutta, aveva scelto di partire con noi, e tenersi aggrappata al gruppo non pensando ai suoi fastidi, bella lei, i suoi occhi lucidi che non volevano mollare, neanche con la pioggia forte e il vento. JASMINNNNNNNNNNNN era Federico, il suo moroso che negli ultimi km spuntava da tutte le stradine, pronto a incitarla, incitarci e filmarci. Che emozione!!!!!

Km 37 Un viaggio che sta per finire lascerà sempre un ricordo particolare. Gli ultimi km vuoi il freddo, la pioggia, ma soprattutto il vento, mi hanno fatta pensare ai mesi di allenamenti fatti con il vento, la bora. Sempre, ogni allenamento, negli ultimi due mesi sui quattro usati per preparare la gara. Io corro lungo mare, esco di casa, ottimizzo i tempi e vado, vi posso assicurare, perchè lo ricordo benissimo, che anche per l’ultimo allenamento la bora non è mai mancata. Quando ho stoppato il Garmin è stata come una liberazione. Era ora mi sono detta. Non perché io fossi fisicamente stanca, ma correre con il vento facile non è. Quei km erano solamente una piccola parte di un viaggio durato mesi.

Km 38 Le persone che passeggiano. Qualcuna ti incita, sempre, con un sorriso, qualcuno non ha neanche idea di cosa ci fanno delle persone in pantaloncini corti ad occupare la strada. Gli ultimi km mi sono concentrata su questi, gli svampiti. A guardarli non ho più pensato al freddo e alla pioggia che arrivava, stavano messi peggio loro.

Km 39 Si mangia per correre e si corre per mangiare. La sentenza più bella della Nanni. Che dopo l’elenco dei ristoranti di Cosimo, compreso i piatti da mangiare post gara, degli ultimi km, se ne è uscita con questa qui. Segnatela e tienila a mente.

Km 40 Io ho già corso 40Km. Ripetilo, tipo mantra per gli ultimi km, quando ti capiterà una Nanni che ti fa l’elenco di persone a cui dedicare i km e tu dirai: Virgi ho freddo non farmi pensare a nulla e portarmi al traguardo. Allora capirai che lei, a differenza mia, si era appena scaldata, come qualcuno mi ha detto su IG, e che era li, per me, per farmi forza (e coraggio visto il vento e la pioggia) negli ultimi, ma proprio ultimi km.

Km 41 Insieme, strette mano nella mano. Un’immagine vale più di mille parole, quindi questa perla non ha bisogno di altro.

Km 42 Sto arrivando, sono sul tappeto blu, non sono stanca, ho un po’ di freddo sulle gambe, ma stringo la mano di Virginia e di Jasmin, ci sono Fabio e Cosimo, ahhh andiamo a prendere questa medaglia.

195 metri per dirti che qualsiasi sia il tuo sogno, sogna in grande. Perché tutto è possibile se si ha un obiettivo tangibile, una squadra di supporto, organizzazione, una Nanni per amica e l’Alessia Baldini che ti aspetta al traguardo urlando a squarciagola.

Sono maratoneta!