Sei mai stato a vedere una maratona? Poco prima dell’arrivo, dietro le transenne, hai guardato il runner che arrivava, il suo tempo sul tabellone o hai guardato ciò che ti stava accanto.
Ho corso una maratona, una sola, si, a novembre 2021. L’ho corsa perchè nel 2017, esattamente il 19 dicembre 2017 mi sono regalata My Marathon di Julia Jones, un percorso di 4 mesi di allenamenti e supporto (stai bene attento a questa parole) per arrivare alla Maratona di Milano.
Che bisogno avevo di correre una maratona?
Non riuscivo ad avere un bambino.
Mi stava battendo in testa, si lo so, non è una frase elegante, ma non c’è nulla di elegante in una frase piena di rabbia.
Me lo ricordo bene, mesi e mesi, di frustrazione, di pensare di essere sbagliati. Sbagliata di che?
Poi, un respiro profondissimo, l’acquisto di un paio nuovo di scarpe da corsa.
Un paio di GT 2000 fucsia, io che fino a quel momento avevo dichiarato non comprerò mai una scarpa fucsia.
Avevo anche dichiarato non correrò mai una maratona.
Tutto quello che nella mia testa avevo creato come convinzioni le ho volute smontare tutte.
Ho corso la maratona?
No, ero molto incinta.
Ho corso i primi 5 km, incinta, da ASICS FrontRunner.
Perché da quell’iscrizione alla maratona di Milano sono successe diverse cose, che non ho ritenuto allora avvenute per caso, e da quel traguardo altre ancora, e no, non è stato un caso.
Io osservo quando sono alle gare, chi guarda chi arriva.
Cerco di immaginare le storie che ci sono in quegli arrivi. Conservo le foto degli arrivi, ma quando allargo l’immagine non è per vedere se sono venuta bene in foto (nonostante io sia di molto dotata di autostima) osservo chi sta dietro le transenne.
blog Ale
Famigliari, amici, allenatori, compagni di squadra, ammiratori, persone appena conosciute e sconosciuti.
Dietro ad ogni traguardo non si è mai da soli.
E’ capitato che io andassi a delle gare e fossi da sola, ma è il percorso che mi ha portato ad essere stato pieno di pieno di vita.
Si! E’ vita.
Lo sport, tutto lo sport, il movimento, è vita.
Chiaramente non posso convincere le persone che corrono esclusivamente per il tempo che ci sia qualcosa di più profondo del mare dietro a tutto ciò.
All’università, a Udine, Facoltà di Scienze Motorie, con il prof Claudio Bardini, di cui ho stima enorme e con il quale ho la fortuna di essere ancora in ottimissimi rapporti, ho toccato con mano quello che il concetto de lo sport è per tutti e di tutti. Ho partecipato a gare come volontaria di Special Olimpycs, ho insegnato nuoto ai bambini autistici, ho giocato a pallacanestro in carrozzina, ho insegnato negli anni successivi nelle scuole di ogni ordine, asili, scuole primarie, medie, superiori. Privati e nei posti più disagiati. Ho insegnato nei circoli per anziani, alle future mamme, …
Oh quanto mi sono divertita. Quanta vita che ho conosciuto e quanta vita che ho acquisito.
Nella… mia vita ho conosciuto Sara Anzanello, maestosa nel suo essere tra le più forti giocatrici italiane di volley. Un cristallo vederla dopo il trapianto reggersi a malapena in piedi, ma parlare a ragazzine su quanto è bella la vita.
Cazzo, Sara, se ci manchi.
Ora sto osservando due punti di arrivo.
Merilù, Maria Luisa Garatti l’ho corteggiata a modo mio per mesi, osservandola, me l’ha fatta conoscere Luigi, quando abbiamo partecipato, senza che nessuno ci chiedesse nulla, ma perchè lo sentivamo nostro, alla prima virtual Run durante il lockdown. Era la Virtual dell’AISM Milano. Lei aveva sentito una diretta mia con Luigi, e lui ci aveva messo in contatto. Merilù, sta camminando, si proprio ora 700 km vuole fare, e non si è tirata indietro quando le ho detto corri con me a Cesenatico per la Mezza Maratona dell’Alzahimer a settembre, a pochi giorni dal suo cammino.
Nicco, Niccolò Scelfo, sta per partire per Oxford, per gli European Transplant and Dialysis Sport Game 2022, ha condiviso delle stories nel suo Instagram per sensibilizzare le persone.
Sto guardando, come quando guardo il traguardo di una maratona.
E’ troppo facile HYPARE quando ti viene chiesto, e lo è quando pensi poi di ricevere qualcosa indietro.
Guardo e cosa vedo?
Persone DISTRATTE in quel traguardo.
700 km per Merilu, o andare a Oxford per Niccolò non sono “episodi”. Sono traguardi.
Richiudo gli occhi, un respiro, grande, come quella volta che NON CI CREDEVO più.
SVOLTO!
Io CORRO per esserci, e arrivare insieme, aL traguardo, anche da dietro la transenna. O dietro ad uno smartphone che mi permette di seguire, tifare, hypare, informare, diffondere, incitare, caricare… SUPPORTARE.
Ne ho un’altra da seguire a breve, la mia Julia Jones (si la stessa, quella che ho citato prima) per una cosa grandiosa.
#CORROPERESSERCI